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ANALISI TESTUALE DI UNA VERSIONE BIBLICA - LA TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2023 20:06
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12/03/2023 20:06
 
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INTRODUZIONE

Alcuni anni fa, una rivista cattolica asserì che i TdG “devono adoperare solo la Traduzione del Nuovo Mondo, una versione della Bibbia da loro realizzata” (La Civiltà Cattolica, 15 luglio 1989, pag. 112).
Sempre secondo questo periodico, l’obbligo per i TdG di usare questa particolare traduzione della Bibbia deriverebbe dal fatto che solo così i TdG possono sostenere alcune dottrine bibliche che non coincidono con l’interpretazione canonica della religione maggioritaria del nostro paese. L’insinuazione di questo periodico è chiara: i TdG seguono uno strano credo religioso e per giustificarlo avrebbero “falsificato la Sacra Scrittura in cose essenziali, per farle dire cose che essa non dice o per farle dire il contrario di quello che essa dice” (La Civiltà Cattolica, 7-21 agosto 1999, pag. 267).
Se fosse vera, questa dichiarazione sottintenderebbe una grave accusa. C’è chi ha rincarato la dose dicendo che “nella TNM il testo della Bibbia sarebbe stato accomodato alle varie dottrine a cui credono i TdG, anche a costo di commettere gravi e volontari errori in fase di traduzione”. Altri l’hanno definita “un miscuglio d’ignoranza e d’inganno”. A questo punto, la domanda d’obbligo è la seguente: “La TNM è veramente diversa dalle altre Bibbie che sono in circolazione?” Questa eventuale diversità è davvero una prova di infedeltà e/o di manipolazione oppure è semplicemente una scelta traduttiva non tradizionale ma del tutto legittima e conforme al “testo originale”?
Ovviamente per rispondere a queste domande è necessario evitare il ricorso a luoghi comuni o farsi influenzare dai soliti pregiudizi. Piuttosto è indispensabile fornire prove documentarie di ciò che si asserisce.
Lo scopo di questo libro vuol essere proprio questo; non vuole essere affatto uno scritto polemico, ma di confronto. Frutto di molti anni di studi, di approfondite ricerche e di progressivi e costanti aggiornamenti, si prefigge l’obiettivo di fornire al lettore alcuni strumenti adatti per valutare senza pregiudizi la fondatezza delle osservazioni rivolte alla Bibbia dei TdG.
In questo lavoro, la TNM viene messa a confronto con il testo ebraico e greco come anche con diverse traduzioni della Bibbia. La comparazione renderà evidente che le scelte traduttive fatte dalla TNM, sebbene risultino talvolta diverse rispetto a quelle fatte dalle Bibbie che sono usate tradizionalmente dalle religioni maggioritarie e non solo, non sono come si presuppone il prodotto di un semplice adattamento ad una teologia precostituita, ma sono scelte legittime e condivise anche da diversi altri traduttori biblici. Saranno portate all’attenzione del lettore numerose citazioni di dizionari biblici, commentari, lessici di ebraico e greco, nonché altri strumenti di studio, che riconoscono la validità sia filologica che lessicologica delle diverse scelte adottate dal Comitato di Traduzione della TNM.
Attraverso la lettura di questo libro, anche chi non possiede particolari competenze linguistiche sarà facilitato nell’orientamento, perché disporrà di tutti gli strumenti necessari per poter elaborare un giudizio scevro da preconcetti. Così, saranno le evidenze documentarie che porteranno il lettore a poter trarre le giuste conclusioni.
Certo, qualcuno continuerà ancora ad affermare che la TNM è diversa dalle altre traduzioni della Bibbia e per questo alterata e/o manipolata. Ma la stragrande maggioranza lo pensa solo perché l’hanno sentito dire da altri senza aver mai verificato di persona la fondatezza di tali dichiarazioni con strumenti adatti.
È doveroso fare anche ulteriori precisazioni che troppo spesso sono state ignorate dai critici della TNM. Esistono traduzioni bibliche che non sono influenzate dalla teologia del traduttore? Qualunque esperto traduttore sa che questo non è possibile, poiché ognuno ha credenze e opinioni personali che si possono riflettere nella propria versione.
Spesso i traduttori sono costretti a fare delle scelte, come ad esempio nei casi in cui la grammatica lascia aperte diverse possibilità traduttive. In questo caso è la comprensione che il traduttore ha del contesto generale delle Scritture, o la teologia che segue, ad orientarlo verso una scelta piuttosto che un’altra. Questo è legittimo fino al momento in cui la teologia non diventa fonte di pregiudizio e quindi responsabile dell’interpolazione di concetti estranei al pensiero dello scrittore originale.
Evidenziamo anche il fatto che non troveremo mai due traduzioni della Bibbia identiche, perché “non esiste un’unica traduzione fedele di un testo, ma esistono varie possibilità di «trasformarlo» fedelmente” (C. Buzzetti, La Bibbia e le sue trasformazioni, pag. 104). Questo vale ancor di più quando confrontiamo tra loro traduzioni libere, traduzioni ad equivalenza formale, traduzioni letterali o ad equivalenza dinamica (o funzionale), traduzioni interlineari: tutte lecite ma che perseguono obiettivi diversi.
Si deve anche tener conto del fatto che “lo stesso testo biblico è soggetto a molteplici interpretazioni, data la sua ricchezza di significati” (R. Beretta e A. Pitta, Come cambia la Bibbia, pag. 27).
Mettendo a confronto Bibbie diverse, si possono constatare le varie differenze linguistiche ed a volte anche dottrinali. Del resto, se le traduzioni fossero tra loro tutte uguali, non avrebbero ragione di esistere. Infatti, “non esiste un’unica maniera di tradurre un testo, ma ogni completa traduzione rappresenta la scelta e l’attuazione di una delle molte possibilità aperte” (P. Rossano, Tradurre la Bibbia per il popolo di Dio, pag. 93). Siamo convinti che “ogni Bibbia tradotta può dire qualcosa di buono e quindi può essere una strada per ben cogliere un aspetto del testo biblico originario” (C. Buzzetti, Traduzione e tradizione. La via dell'uso-confronto (oltre il biblico «traduttore traditore»), pag. 12). TNM compresa.
Sembra anche del tutto logico che “nessuna traduzione è definitiva, anche se può sembrare magnifica … è impossibile realizzare una traduzione perfetta, fedele al testo originale sia sul piano lessicale (secondo le parole), sia sul piano reale (contenuto), sia sul piano ideale (secondo lo spirito)” (P. Lapide, Bibbia tradotta Bibbia tradita, pag. 85).
Gli stessi TdG sono consapevoli del fatto che la TNM non sia una traduzione infallibile o la migliore in assoluto. Come ogni altra versione biblica è perfettibile, e non a caso nel 2017 è stata fatta una revisione della TNM del 1987. La rivista ufficiale dei TdG, “La Torre di Guardia”, sostiene infatti che “nessuna traduzione è la migliore in assoluto. Mentre alcune traduzioni più libere possono peccare di imprecisione, quelle più letterali a volte non riescono a comunicare immediatamente il pensiero così bene come altre” (La Torre di Guardia, 1° febbraio 1980, pag. 15). Il fatto stesso che sono state fatte numerose revisioni della TNM è una prova di questa consapevolezza. Nella lingua italiana, ad esempio, fu pubblicata la prima edizione nel 1967, ne è poi stata fatta una revisione nel 1987 e poi ancora una nel 2017 e altre sicuramente ce ne saranno.
In questa sede è utile anche fugare un luogo comune, ossia che la TNM sia necessaria ai TdG come base per elaborare e supportare la propria teologia. Quanto sia confutabile e infondata tale obiezione lo si evince dal fatto storicamente documentabile che i fondamenti teologici dei TdG sono stati posti prima del 1950, anno in cui è stata pubblicata la prima traduzione ufficiale in lingua inglese del Nuovo Testamento. Pertanto, fino ad allora sono state utilizzate traduzioni della Bibbia di altre confessioni religiose come quelle cattoliche, protestanti ecc... Infatti, l’Annuario dei Testimoni di Geova del 1996 dice: “Il nostro principale libro di testo per impartire l’istruzione divina è la Bibbia. I testimoni di Geova hanno compiuto un grande lavoro per diffonderla. In certe lingue questo spesso ha richiesto di usare le traduzioni disponibili. Tuttavia, nel 1950, iniziò la diffusione della Traduzione del Nuovo Mondo” (Annuario dei testimoni di Geova 1996, pag. 14). In un altro testo si legge: “I testimoni di Geova riconoscono di dovere molto alle numerose versioni della Bibbia che hanno usato per studiare la verità della Parola di Dio” (Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile, pag. 324).
È anche opportuno precisare, a differenza di quanto asseriscono alcuni critici, che i TdG non hanno alcuna difficoltà ad utilizzare traduzioni bibliche alternative, anche nelle lingue in cui è attualmente disponibile la TNM, sia durante lo studio personale sia nei loro luoghi di culto. Un altro Annuario dei testimoni di Geova dice: “Essi usano molte traduzioni bibliche. Ma per poter aiutare le persone ad acquistare accurata conoscenza della Parola di Dio, danno particolare risalto alla distribuzione della Traduzione del Nuovo Mondo” (Annuario dei Testimoni di Geova 1997, pag. 4). Infatti, i TdG sono incoraggiati ad “usarne diverse per paragonarle e per aiutare il lettore ad afferrare il significato delle Scritture”, e riconoscono apertamente l’esistenza delle varie versioni: “in origine la Bibbia fu scritta in ebraico, aramaico e greco. Siamo quindi grati ai traduttori per ciò che hanno fatto affinché fosse disponibile nella nostra lingua” (Ragioniamo facendo uso delle Scritture, pag. 402).
In sintesi, gli stessi TdG riconoscono la necessità di dover consultare diverse traduzioni della Bibbia, confronto che permette di verificare se il testo biblico “originale” ha un solo significato oppure se esistono altre possibilità che esprimono legittimamente il pensiero dell’autore. Questo libro mostra chiaramente come sono state usate diverse traduzioni della Bibbia in varie lingue.
Partendo da questi presupposti, auguro a tutti coloro che si avvicineranno alla presente opera, una piacevole, attenta e meditata lettura, nella speranza che possa contribuire a fare chiarezza sull’infondatezza delle obiezioni mosse contro la Traduzione del Nuovo Mondo.

Felice Buon Spirito
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