Carissimi
Chissà perché, leggendo queste “odi” questi “canti di lirica” per le mie orecchie, la mia mente, il mio intelletto culturale, raggiunge “orgasmi” intrattenibili, “fecondi e plurimi” cosi da non poter fare a meno di intervenire, per dire (scrivere) qualcosa anch’io.
Fu nel 1990, che lessi un interessante e brillante testo, sui romani (ma anche esterei: avignonesi, ecc.) papi. A scriverlo fu un ex professore (laureto alla Gregoriana di Roma) di Etica e Metafisica presso il seminario cattolico di Westminster nonché ex professore di Teologia presso il Corps Cristi College, il quale abbandonò il talare abito nel 1970.
Tra il 1990-1991, questo testo fu motivo di interessanti discussioni con un mio amico-collega (d’ufficio), prete, il quale esercitava il suo “mestiere” presso due importanti chiese, di un’ unica parrocchia.
Questo mio amico prete, inoltre riceveva da me, settimanalmente le riviste torre di guardia e prese l’abitudine di leggere un paragrafo o più frasi d' essa, durante la messa domenicale. Intorno al 1991-1992 il mio amico prete, abbondò anche lui, e per gli stessi motivi del ex professore di Etica e Metafisica, l’abito talare, “appendendolo ad un chiodo”.
Così appena ho finito di leggere quello che avete scritto, nella mia mente c’è stato, un “”ectoplasma”” (??) il quale è esploso in ricordi e per tenerlo buono, l'ho dovuto proteggerlo con un vecchio “camauro” (ci dormiva di notte mio nonno) di curia per circoscrive e contenere quello che di seguito ripropongo:
“PAPI ERETICI”… ai cattolici sembrerebbe più due parole denigratici ed infamanti proferite dai Testimoni di Geova, o da cattivi protestanti, poiché per la curia e le gerarchie romane, parlare di un Papa Eretico equivale a parlare di un cerchio quadrato, così che fino al 1870 (si a quando Garibaldi non portò i protestanti a Roma) se né è parlato molto ma molto poco.
UNA LUNGA SERIE DI PAPI ERETICI e di ANTIPAPI
La tradizione eretica tra i “Vescovi di Roma”, come ha ben rivelato l’attento studioso Roberto, esisteva ben prima di Onorio, ma nella sua attenta “serie” ne ha dimenticati alcuni, tra i casi più notevoli:
896 – papa Formoso, il quale dopo la sua morte non solo fu esumato e scomunicato PER eresia, ma tutte le sue ordinazioni furono dichiarate non valide, inoltre bruciato il corpo fu buttuto nella fogna del Tevere. Così nacque una domanda di non poco conto: “In Italia, dove il papa è patriarca, esisto sacramenti validi? I papi Stefavo VII e Sergio III (quest’ultimo amante di Marozia) affermavano entrambi che le ordinazioni dei papi eretici non sono valide, tuttavia restano valide le ordinazioni dei papi ADULTERI. Questo svilire i “sacramenti” continuò per tutto l’undicesimo secolo.
1557 – papa Paolo IV, costui inventò l’acqua calda. Pur non essendo annoverato tra i papi eretici, fece qualcosa per essi. Nella sua bolla Cum ex Apostolatus Officio defini’ nella PIENEZZA DEI SUOI POTERI , tutti gli atti dei papi PRECEDENTI contraddistinti da tendenze eretiche o scismatiche, quindi esse erano NULLE. Nella mia parvenza di logica, cosa che Paolo IV evidentemente non possedeva, mi chiedo: se un papa eretino non era cristiano, come potè questi essere eletto papa???
E che dire delle ERESIE pronunciate da Stefano II (752), Urbano III (1185-1187), Celestino III (1191-1198) sui precetti per “sciogliere legalmente” un matrimonio tra “cristiani”?
1314 – Alla morte di Clemente V, il conclave durò due anni per mettersi d’accorso su chi eleggere papa. Alla fine PER DISPERAZIONE fu scelto un papa eretico: Giovanni XXII, ricordato più alla storia perché nutriva una viscerale passione per la guerra, che per la sua eresia. Chi legge le gesta di questo papa, si deve porre molte domande in termini di fede e dottrina.
1572 – Gregorio XXIII (Felice Peretti da Montaldo), da cardinale pareva che Sua Eminenza avesse un piede nella fossa e ripeteva sovente, come scrisse il suo biografo Leti, che dalla vita non voleva altro che prepararsi alla morte. Alle rarissime riunioni del Sacro Collegio, tossiva sempre, come se fosse gli ultimi stadi della tisi additando la sua morte come imminente (morirà nel 1585). Felice si presentò in conclave con le guance incavate, lo sguardo spento e le rughe applicate ad arte, la sua andatura era quella di una lumaca e la sua voce quasi si sentiva, camminava con le stampelle, ed era talmente curvo da toccare quasi terra con la testa. Tutti i quarantadue cardinali elettori si convinsero vedendolo che Montaldo fosse perfetto per il papato. Si ricredettero subito…. Appena udito l’esito del voto, come narra il suo biografo Leti, Montaldo si DRIZZO’ diritto, gettò via le stampelle e grido: “ORA SONO CESARE” intonando un Te Deum con voce tonante. Alla faccia dell’ ERESIA!
IL PAPA CHE RISCRISSE LA BIBBIA
1585 - Sisto V, fu noto per aver portato a termine in 5 anni il lavoro di 50 anni, nella fabbrica di San Pietro, meritandosi così il soprannome di “Turbine Consacrato”. A quell’ energia titanica però, si affiancava un EGOCENTRISMO feroce, così da portalo a censurare (a torto) il libro Controversie di Roberto Bellarmino (nemico di Galilei), i cardilanli della Congregazione dell’ Indice erano terrorizzati da Sua Santità. Così in questa verve di Santità, decise un giorno, di RISCRIVERE la Bibbia. (qui Felix può intervenire) La versione latina della Bibbia, “fino ad allora”, era la Vulgata opera di Girolamo, risalente al IV secolo, queste era tenuta in massima considerazione. Ma negli anni si erano diffuse altre versioni, alcune molto lacunose, dovuti a copisti distratti. Con la Riforma i protestanti avevano redatta la propria versione, quindi per Roma era indispensabile possedere un testo PIU affidabile della Vulgato per ulteriori dispute. Il Concilio di Trento del 1546, aveva definito la Vulgata: autentica ed attendibilissima. Undici papi si succedettero dal 1546, senza che accadesse nulla… poi arrivò Sisto V. A tre anni dalla sua elezione (1588) era pronta una nuova edizione del testo biblico. La storia di quello che accadde non la racconto, cè da “scompisciarsi” di risate. Dirò solo che, non contento della nuova edizione curata da studiosi, dichiarò in una Bolla con 300 frasi, che il PAPA era l’unica persona adatta a risolvere la questione dell’autenticità della Bibbia. Così lavorò ore ed ore, anche di notte, perché soffriva d’insonnia. RISCRISSE la Bibbia attenendosi al testo di Loviano. Nei passaggi “oscuri” non si fece scrupolo di aggiungere e togliere parole e frasi e spesso traduceva a suo capriccio. Un’altra sua mania era quella di alterare i riferimenti. Nel 1555 Roberto Stefano aveva creato un sistema di capitoli e versetti che non era perfetto ma che in compenso era comodo e veniva utilizzato universalmente. Sisto lo scartò in favore di un proprio sistema, e così tutte le Bibbie precedenti divennero obsolete. Cambiò inoltre i titoli di tutti i Salmi, tralasciò interi versetti, forse per incuria (speriamo bene). Dopo solo 18 mesi la nuova versione della Bibbia era pronta nel 1590. Vedendo il volume Sisto mormorò: “SPLENDIDO” ma si riferiva alle belle rilegature. Ad una prima occhiata il testo era un disastro. Per non perdere tempo Sisto ricominciò a mettere le cose a posto. Riscrisse e riscrisse e in sei mesi concluse la revisione. La sua Bolla Aeternus Ille comunicò all’ ur e all’ orbe: “Nella pienezza del potere apostolico, decretiamo e dichiariamo che questa edizione… approvata per l’autorità concessaCi dal Signore, dev’essre accolta e considerata come vera, legittima, autentica e incontestata in tutte le discussioni pubbliche e private, nelle letture, nelle prediche e nelle spiegazioni…”.
Alla metà di aprile vennero consegnate le copie “rivedute” ai cardinali che di “esaminassero con tanto d’occhi”.
QUATTRO MESI DOPO, le campane del Campidoglio, suonando a morte, annunciarono il trapasso di Sisto V.
Il suo successore, morì dopo solo 12 giorni di pontificato.
Fu a Gregorio XIV che spettò il compito di rimediare il più possibili agli “infallibili” danni di Sisto. Ma come? Alla Chiesa era atat imposta una nuova versione della Bibbia, nella pienezza dei POTERI PONTIFICI, corredata da scomuniche e pullulanti di errori. Il mondo accademico era in subbuglio…. L’ 11 novembre 1950 Roberto Bellarmino tornò a Roma, così suggerì al nuovo pontefice il modo di risolvere il problema. Lo scrisse tutto nella sua Autobiografia: “…sarebbe stata meglio correggerla… cioè eliminando le modifiche sconsigliabili e… fare una prefazione dove si spiegava che nella prima edizione si erano verificati alcuni errori dovuti alla fretta (sic!) dei tipografi e di altre persone…”
Per farla breve Bellarmino consigliò il papa a mentire.
C’erano solo due alternative: ammettere pubblicamente che il papa aveva errarto (era stato un ERETICO) su una questione cruciale come quella della Bibbia; o pensare ad un insabbiamento i cui risultati sarebbero stati imprevedibili. Bellarmino propose la seconda ipotesi. Ma l’inganno non terminava qui. Un piccolo gruppo di studiosi, tra cui Bellarmino, revisionò il testo biblico che fu completato nel mese di giugno 1591. Ora rimaneva il problema di presentarla al mondo. Ma rimaneva un problema, quello di rientrare in possesso delle copie della Bibbia di Sisto. Bellarmino consigliò il papa di ricomprarle tutte senza curarsi del prezzo, poiché se cadevano in mano agli “eretici” (quelli falsi che dai papi veri eretici venivano spediti al rogo) avrebbero pototo dire: “Guardate i papi non si fanno scrupoli di corrompere i testi biblici ed attuarli ai loro scopi”….. A ricercare setacciare e scovare tutte le versioni di Sisto, ci pensarono i Gesuiti ciò mentre i Protestanti distribuivano Bibbie gratis, la Chiese di Roma disperatamente li ricomprava. Non si sa quante copie furono recuperate. Una di queste finì alla Biblioteca Bodleiana di Oxford…
L’episodio del papa che RISCRISSE LA BIBBIA, dimostra una volta di più che gli ERETICI quelli veri, sono quelli che si sono dati l’appellativo di INFALLIBILI, i quali inducono anche i “santi” a mentire.
Segue (appena potrò)
[Modificato da Pace2011 01/09/2012 12:50]