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Gli eruditi cattolici sono leali alla Parola di Dio?

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    Amalia 52
    Post: 156
    Sesso: Femminile
    00 29/07/2011 18:29

    GLI eruditi cattolici moderni sono stati molto attivi e produttivi. Ma hanno dato prova di lealtà alla Parola di Dio, la Bibbia?
    Questi studiosi hanno prodotto alcune belle traduzioni della Bibbia, particolarmente in inglese, in francese e in spagnolo. La stragrande maggioranza dei traduttori cattolici moderni concorda inoltre con i sentimenti espressi nella Prefazione all’edizione inglese della Bibbia di Gerusalemme: “Chi traduce la Bibbia nella lingua parlata . . .[non deve] imporre il proprio stile agli originali: ciò significherebbe sopprimere l’individualità dei vari scrittori, i quali, ciascuno nel suo stile, risposero al moto dello Spirito. . . . Il principale dovere del traduttore è quello di trasmettere il più chiaramente possibile ciò che scrisse l’autore originale. . . . In una traduzione sarebbe senz’altro pericoloso privilegiare la forma a scapito del senso”.
    La Bibbia di Gerusalemme è particolarmente degna di nota perché riconosce (nelle edizioni francese e inglese) che il tetragramma ebraico indicante il nome proprio di Dio non va tradotto con un nome comune — come invece fa la maggioranza dei traduttori moderni — ma dev’essere traslitterato, e lo fa usando “Yahvé” (nell’edizione francese) e “Yahweh” (nell’edizione inglese), forme del nome divino Geova. Spiegando le ragioni per cui ciò è stato fatto, la stessa Prefazione dice: “Chi volesse usare questa traduzione dei Salmi può sostituirlo con l’espressione tradizionale ‘il Signore’. C’è da dire, però, che questo farebbe perdere molto del sapore e del senso degli originali. Per esempio, dire: ‘Il Signore è Dio’ è senz’altro tautologico [un’inutile ripetizione], mentre non lo è dire: ‘Yahweh è Dio’”. Tutto ciò è certamente lodevole.

    Ci vuole discernimento

    A volte, comunque, nelle opere di eruditi cattolici si nota un certo pregiudizio religioso. Per esempio, secondo la Bibbia cattolica delle Edizioni Paoline, alle nozze di Cana Gesù Cristo avrebbe detto a sua madre: “Donna, che desideri da me in questo?” Il lettore potrebbe pensare che Gesù chiedesse istruzioni alla madre. Ma La Bibbia di Gerusalemme (Ge), anch’essa cattolica, traduce: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. (Giovanni 2:4) Questa traduzione, più accurata, lascia pensare che i traduttori della versione delle Paoline siano stati influenzati da ciò che la loro chiesa insegna riguardo a Maria, madre di Gesù.

    La necessità di usare discernimento è confermata dalla constatazione che a volte informazioni attendibili sono alternate a commenti che minano la credibilità della Bibbia. Per esempio, in una nota su Genesi 2:17, La Bibbia di Gerusalemme fa questo accurato commento sul significato del prendere il frutto proibito: “È . . . la facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e male, e di agire di conseguenza: una rivendicazione di autonomia morale con la quale l’uomo rinnega il suo stato di creatura. . . . Il primo peccato è stato un attentato alla sovranità di Dio, una colpa di orgoglio”.

    Questo commento rivela un acuto discernimento. Ma la frase successiva lascia pensare che i traduttori non credano che Adamo ed Eva siano effettivamente esistiti e abbiano letteralmente mangiato il frutto proibito, perché dice: “Questa rivolta si è espressa concretamente con la trasgressione di un precetto posto da Dio e qui rappresentato sotto l’immagine del frutto proibito”. (Il corsivo è nostro). Secondo ciò che dice la New Catholic Encyclopedia, il racconto di Genesi sarebbe una semplice allegoria, non un fatto storico.

    Notate come si esprime a questo proposito la New Catholic Encyclopedia (1967): “È evidente che i racconti di Genesi circa la creazione del mondo e dell’uomo, l’Eden e la Caduta, ecc., non sono effettivamente storici nel senso comune del termine”. Quest’opera di consultazione prosegue dicendo: “La Bibbia, come opera letteraria, ha una tradizione che include il mito come genere letterario, e non rifiuta modelli mitici di altre civiltà”.
    Questo significa forse essere leali alla Parola di Dio? Gesù Cristo si riferì al racconto della creazione come a un fatto storico, dicendo: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”. — Matteo 19:4-6, Ge; Genesi 1:27; 2:24.
    Anche l’apostolo Paolo riteneva storico il racconto di Genesi. Infatti avvertì i cristiani di non lasciarsi ingannare come successe a Eva a causa dell’astuzia del serpente. (II Corinti 11:3) Questo avvertimento non avrebbe senso se Eva non fosse realmente esistita e non fosse stata sedotta. Inoltre, esortando le donne cristiane a essere sottomesse, Paolo disse che Adamo fu creato per primo e che Eva, non Adamo, fu ingannata. (I Timoteo 2:11-14) Ancora una volta il ragionamento dell’apostolo sarebbe privo di vigore se il racconto di Genesi non fosse storico.

    Il diluvio dei giorni di Noè

    Secondo La Bibbia di Gerusalemme (p. 28 dell’edizione italiana), racconti come quello del diluvio di Noè si basano su tradizioni alle quali “sarebbe assurdo domandare il rigore che userebbe uno storico moderno”. Sullo stesso tono la New Catholic Encyclopedia afferma: “Oggi si ritiene in genere che l’episodio di Noè e dell’arca non sia un fatto storico, ma una creazione letteraria assolutamente immaginaria . . . Leggerlo in chiave storica, partendo dal presupposto che l’autore abbia voluto descrivere nei particolari un antico avvenimento, non fa che creare confusione e difficoltà alla mente razionale, con conseguenti problemi di fede”.

    Ma Gesù Cristo considerò il Diluvio come un fatto realmente accaduto, poiché predisse che come era avvenuto ai giorni di Noè, così sarebbe stato ai giorni della Sua presenza. (Matteo 24:37-39) L’apostolo Paolo addita Noè come esempio di fede. (Ebrei 11:7) E in entrambe le sue lettere ispirate l’apostolo Pietro menziona Noè e il Diluvio. — I Pietro 3:20; II Pietro 2:5.

    Che dire di Giona?

    Consideriamo ora il libro di Giona. La Bibbia di Gerusalemme (pp. 1548, 1549 dell’edizione italiana) lo definisce un’“avventura venata di umorismo”, e aggiunge: “Dio è anche il signore delle leggi della natura, ma i prodigi sono qui accumulati come ‘torri’ o ‘regine’ giuocate da Dio a danno del profeta: la tempesta improvvisa, Giona designato dalla sorte, il pesce mostruoso, il ricino che spunta in una notte e che secca in un’ora, e il tutto narrato con un’ironia non mascherata, molto estranea allo stile storico. Il libro è destinato a piacere e anche a istruire”.

    Gesù Cristo, invece, considerava Giona un personaggio storico. Per esempio, riferendosi alla sua generazione, Gesù disse: “Non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. . . . Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c’è qui”. Gesù disse anche: “Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”. (Luca 11:29-32; Matteo 12:40, Ge) Se Giona non fosse realmente esistito e non avesse avuto tali esperienze, le parole di Gesù non avrebbero alcun vigore. Questi studiosi cattolici sono forse leali alla Parola di Dio quando, a differenza di Gesù Cristo, definiscono il libro di Giona una storiella?

    Il Cantico di Salomone


    Vediamo ora un altro esempio, il Cantico di Salomone. Secondo La Bibbia di Gerusalemme, questo libro non può essere stato scritto prima della seconda metà del V secolo a.E.V., molto dopo la morte del re Salomone. È interessante però che la Catholic Encyclopedia del 1908 sostiene la tradizione ebraica secondo cui il libro fu scritto da Salomone in persona, e dice: “La tradizione, in armonia con la soprascritta, attribuisce il cantico a Salomone. Anche nei tempi moderni diversi esegeti sono di questo avviso . . . De Wette afferma: ‘Tutta la serie di immagini, i rapporti fra i personaggi e la freschezza della vita situano questi cantici nell’epoca di Salomone’. Il cantico dà risalto all’amore di Salomone per la natura (contiene ventun nomi di piante e quindici di animali), per la bellezza e per l’arte, nonché per lo splendore regale . . . Traspaiono pure un’indole molto affettuosa e un amor di pace che ben si addicono alla reputazione di Salomone”.

    I racconti evangelici

    Come considerano gli studiosi cattolici i racconti scritturali su Gesù Cristo? Circa la risurrezione di Gesù dai morti, la New Catholic Encyclopedia afferma: “Qualsiasi tentativo di dimostrare la realtà della risurrezione di Cristo mediante i racconti evangelici . . . deve partire dalla consapevolezza che questi racconti non sono biografie di Gesù e ancor meno racconti rigorosamente storici”. Ma se non sono “racconti rigorosamente storici”, cosa sono? Storielle? Leggende?

    La posizione cattolica così espressa per quanto riguarda i Vangeli si scontra apertamente con le parole di Gesù, il quale rassicurò gli apostoli dicendo: “Il Consolatore, lo Spirito Santo . . . v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. (Giovanni 14:26, Ge) Inoltre la testimonianza dell’apostolo Paolo in merito alla risurrezione di Cristo concorda perfettamente con quella dei racconti evangelici. — I Corinti 15:1-8.

    Sarete leali alla Parola di Dio?

    La Chiesa Cattolica incoraggia ufficialmente i laici a leggere la Bibbia. Eppure, come abbiamo visto, molte affermazioni dei suoi studiosi tradiscono in effetti una mancanza di lealtà alla Bibbia.
    Che dire di voi? Considerate la Bibbia come l’ispirata Parola di Dio? In caso affermativo, siate leali ad essa. Leggete e studiate regolarmente le Scritture. Certo, la Bibbia è scritta in un modo tale che sono necessari strumenti umani per capirne chiaramente il messaggio. Ma non farebbero bene tutti quelli che amano la verità ad accertarsi che coloro ai quali si rivolgono per essere aiutati a capire la Parola di Dio siano veramente leali ad essa?

    Fonte:w 15/2/84


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    luluana2011.1978ana2011
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    Città: PIOMBINO
    Età: 85
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    00 11/08/2012 17:33
    ragioni
    per esaminare la Bibbia,..essa stessa dice di essere opera di DIO,il Creatore del genere umano;...2TIM.3.,16,17,NW,"Tutta la scrittura è ispirata da DIO è utile per insegnare ,per riprendere,per correggere,per disciplinare nella giustizia,affinchè l'uomo di DIO sia pienamente competente,del tutto preparato per ogni opera buona---- [SM=g7413]