GEORGE STORRS "I SEI SERMONI"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
roberto.testimonidigeova
00martedì 8 novembre 2011 18:14
Frasi estratte dal libro
Il primo sermone
PAOLO, l'apostolo, nel predicare il vangelo, arrivò ad Atene, là egli notò un altare dedicato "ALL' IDDIO SCONOSCIUTO". All'idolatria che vide, il suo spirito dentro di lui fu irritato; da quel momento egli discuteva ogni giorno con quelli che incontrava. Si imbatté in certi filosofi - uomini saggi, senza dubbio - almeno secondo la loro propria estimazione - e alcuni di loro dissero: Cosa vuol dire questo chiacchierone? Altri dissero che sembrava essere un predicatore di divinità straniere. Senza dubbio pensarono che fosse un eretico dello stampo più oscuro. Eppure sembrarono disposti ad ascoltarlo prima di passare ad una sentenza finale su di lui. Sotto questo aspetto manifestarono una migliore disposizione d'animo di molti dei giorni nostri, che sono così saggi nella loro propria stima, che nessuno può portare un pensiero alla loro attenzione, a meno che non abbia prima ricevuto l'approvazione di qualche dottore in teologia. Non così gli uomini di Atene; per quanto strane fossero le cose che l'Apostolo insegnava, loro erano desiderosi di sapere che cos' era quella nuova dottrina. Non che fosse nuova in se stessa, ma lo era per loro. Vari errori esistono tra gli uomini riguardo alla verità rivelata.
Questi errori dimostrano quanto siamo imperfetti in conoscenza, per causa degli sbagli consegnatici con l'istruzione, della riluttanza della mente a investigare, e della mancanza di coraggio morale di discostarci dalla traccia segnata dagli uomini istruiti, come essi sono ritenuti. E quanti, più verosimilmente, sono stati influenzati nelle loro ricerche dalla paura di essere denunciati come eretici quando sono arrivati a risultati diversi da coloro che sono reputati di saggezza. Ma "se qualcuno fra voi pensa di essere saggio, divenga stolto, affinché divenga saggio" è l'espressione dell'apostolo. Noi onoriamo Dio profondamente solo se abbiamo i giusti concetti della sua personalità, delle sue norme e dei suoi propositi, e agiamo in armonia con essi. Se noi crediamo che Dio ricompenserà o punirà gli uomini, diversamente da ciò che dice la sua parola, lo disonoriamo, per quanta sincerità possiamo avere. La verità e l'onore di Dio sono inseparabili e non possiamo glorificare il nostro Padre Celeste con delle credenze errate.

Il secondo sermone
IL nostro Salvatore riferendosi all’originale serpente disse: “il diavolo è un bugiardo e padre della menzogna.” Egli iniziò il suo attacco alla nostra razza dicendo ad Adamo ed Eva che sicuramente non sarebbero morti se avessero disubbidito a Dio. Ebbe successo allora, ed ha continuato a giocare sempre la stessa carta in diverse maniere con gli uomini, visto che con essa ha spazzato via il paradiso. Disse ad Eva che se essi avessero disubbidito al Dio d’amore, egli non avrebbe potuto cedere al pensiero di strapparli alla vita. Non ha mai dimenticato quel successo. Vero, da allora ha mascherato quella carta, ma è sempre la stessa. Su di essa c’è ancora scritto: “positivamente non morirete”. Ora ne fa uso per insinuare che Dio non ama e non prova compassione per l’uomo, visto che avrebbe stabilito che non morirà e che lo terrà in vita in eterni e indescrivibili tormenti per i peccati commessi sulla terra, per essere consegnato all’inferno teologico nell’aldilà, dove è impossibile per gli sventurati espiare il peccato.
Dato che il dogma “sicuramente non morirete” ha avuto origine dall’originale serpente, non posso allontanare da me la convinzione che la nozione che gli uomini malvagi verranno tenuti eternamente vivi tra i tormenti, e mai morire, abbia avuto origine dalla stessa fonte, dato che appare esserne una copia perfetta. Essa fu inventata per infondere pensieri negativi riguardo a Dio e trattenere gli uomini dal tornare a Lui con pentimento, fede e sicurezza confessando i propri peccati davanti al Dio d’amore. Infine seriamente credo, che questa dottrina ha tenuto più lontano da Dio e condotto all’infedeltà più di qualsiasi altra dottrina che sia mai stata sviluppata. Sono seriamente convinto che per distruggere gli uomini, essa abbia fatto più di tutte le altre dottrine messe insieme.

Il terzo sermone
I pastori possono essere un valido aiuto per comprendere le Scritture, ma non dovremmo mai confidare in loro come a delle guide infallibili, né dovremmo mai consentirgli di decidere autoritariamente per noi qual è il vero significato della parola di Dio. Qualsiasi siffatto intento, da parte di tali guide, è una manifesta usurpazione della prerogativa di Geova, e dovrebbe essere sempre respinta. Facciamo fare ai pastori religiosi il loro appropriato compito, che non è quello di essere “signori sopra l’eredità di Dio” ma di essere un “aiuto” e un “esempio” per il gregge. Non devono stabilire chi è nell’eresia e chi è nella verità, ma devono far capire agli uomini che essi si trovano sotto il peccato in una condizione decadente e moritura, con lo scopo di guidarli al Cristo, il Grande Medico, così che possano “avere la vita”.
L’espressione del nostro Signore: “Voi non volete venire a me per avere la vita”, mostra che gli uomini sono sottoposti alla morte. La questione che ci poniamo in questi discorsi è di determinare che cos’è questa morte: se è una vita eterna nel peccato e nella sofferenza, o se è l’annientamento della vita. La mia posizione è che si tratta della seconda, e mi sono sforzato di dimostrare tale idea dalla comune versione delle Scritture; tale versione ha le sue imperfezioni, ma è affidabile quanto le migliorate versioni che ci sono state o che ci saranno in questi tempi controversi, in mezzo alle moltitudini di sette ora esistenti. Quanto ho avuto successo nel mio tentativo, altri lo giudicheranno. Nessun uomo può credere senza l’evidenza. Alcuni, è vero, non crederanno neanche a qualunque evidenza possa esserci a meno che non vi trovino qualcosa che abbia l’apparenza o la sembianza di una credenza popolare. Ma nessuno dovrebbe basarsi sulla popolarità se quello che vuole per se stesso è di inseguire la verità ovunque essa sia. Il nostro stesso Signore fu disprezzato e rigettato dagli uomini.

Il quarto sermone
Vien detto che “i padri della chiesa credettero nel tormento eterno dei malvagi”. Innanzitutto replico, che il nostro Signore e Maestro, mi ha proibito di chiamare qualsiasi uomo padre. Ma se questi padri, come son chiamati, credettero in tale dottrina, o la impararono dalla Bibbia oppure no. Se la impararono dalla Bibbia, allora possiamo crederci. Se non la impararono dalla Bibbia la loro testimonianza non ha alcun valore. Potrebbe essere stato un errore, come molti altri che si insinuarono nella primitiva Chiesa….
Ancora ci vien detto che i Giudei credettero nella dottrina di una vita eterna cosciente nei tormenti, ma questo non è testimoniato dalle Scritture, che è il posto dove dovrebbe trovarsi se vera, ma da Giuseppe Flavio. Ora le stesse obiezioni sollevate per i “padri” possono essere fatte riguardo alla correttezza di certe affermazioni di Giuseppe Flavio, poiché è certo, come ho prima dimostrato, che vi era una larga comunità tra i Giudei che non vi credevano, per esempio i Sadducei, che non credevano affatto nell’esistenza di una vita spirituale, e di conseguenza non potevano credere in una esistenza eterna e cosciente nel peccato e nei tormenti. Ma che dire del fatto che i Giudei in generale vi credevano? Essi credevano anche molte altre cose similmente insensate. Dobbiamo inseguire lo stesso loro corso di ignoranza e superstizione per imparare la conoscenza dell’Altissimo? Il fatto è che, nelle Scritture Ebraiche, nel Vecchio Testamento, in nessun posto vi troviamo insegnata tale dottrina. La mia attenzione sarà ora sulla scrittura di Isaia 33:14 che dice: “Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?” Questa scrittura più di qualsiasi altra nel Vecchio Testamento, sembra insegnare quella dottrina. Ma se esaminato con cura è il testo stesso a rifiutare tale teoria; perché ci dice espressamente che il fuoco è divorante. Qual è il significato del termine “divorare? Secondo il Dizionario della Lingua Inglese di John Walker è: “spazzare via”, “consumare”, “distruggere”.


Il quinto sermone
“Vi è un’altra obiezione presa dalla bibbia, che ora riporterò e che ho sorvolato nella mia trattazione principale. È presa da Daniele 12:2: “Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia.” Alcuni potrebbero obiettare che per provare vergogna bisogna essere coscienti.
Rispondo che la vergogna non è solo un forte sentimento che si prova quando si è persa la reputazione, ma è anche disonore e ignominia che persegue le persone colpevoli di cattiva condotta molto tempo dopo che han cessato di esistere, possiamo dirlo sia per esperienza personale che per conoscenza. Prendete il caso di un traditore della sua patria. Per esempio considerate la condotta del generale Benedict Arnold durante la Rivoluzione Americana. Non si pensa mai a lui separatamente dalla vergogna connessa alle sue malvagie azioni; ed è una vergogna eterna, non potrà mai essere cancellata sebbene egli abbia cessato di esistere e di esserne cosciente. Si può dire di lui, in effetti, che è oggetto di spregio eterno, cioè che è disprezzato e disdegnato per la sua condotta vile, e sempre lo sarà finché l’amore per libertà esisterà.
Perciò, non vedo alcuna difficoltà nel versetto preso in considerazione. Qua anche, come ho spesso evidenziato altrove, la punizione è messa in contrapposizione alla vita. La naturale conclusione è che coloro che non vengono risvegliati per la vita, periscono da essa.
Il passo biblico di conseguenza è molto lontano dall’asserire che alcuni vivranno eternamente nel peccato e nel tormento. Al massimo si può dire che significa non più che un opprimente sentimento che alcuni proveranno quando saranno destati a causa della loro colpa e della loro stoltezza,.
C’è un altro passo biblico che ora riporterò, dato che è della stessa natura di quello di Daniele. Giovanni 5:29,29: “perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio*.” (*n.d.t. – dannazione nella King James usata da Storrs).
Si osservi qua che la vita è una ricompensa fissata per coloro che hanno operato bene, gli altri vengono fuori, ma non per la vita, perché è una risurrezione di dannazione, o di condanna, che è il significato della parola………”


Il sesto sermone
“A mio giudizio, nella bibbia non c’è un briciolo di evidenza che Adamo abbia perso per noi, che siamo la sua posterità, nulla più che l’accesso all’albero della vita, di conseguenza ciò che ci ha lasciato in eredità sono la corruzione e la morte. Dottori e studenti in teologia si sono scervellati con elaborate congetture per scoprire che cosa si possa fare per i neonati morti e anche su cosa faccia Dio per farli andare in cielo. Lunghe elaborate dispute e ricerche sono state intraprese riguardo alla corruzione dei neonati, a come vengono giustificati, a come vengono resi santi, e riguardo alla domanda se tutti loro vanno in cielo oppure alcuni vanno all’inferno, ecc. ecc. L’insieme di queste discussioni è servito solo a rendere più cupe le tenebre. La verità, ritengo, è molto semplice, ed è forse questo il motivo per cui i grandi uomini la trascurano. Eppure è semplicemente questa: Adamo perse ogni diritto all’immortalità, e di conseguenza non poté trasmetterla alla sua posterità, nulla più che di un genitore impoverito che non può trasmettere ricchezze ai suoi figli. La conseguenza è che tutti i suoi discendenti sono nati non per essere soggetti ad un’eterna sofferenza nel peccato, ma per essere soggetti alla morte, soggetti alla perdita dell’intera vita, spirituale e carnale, e ciò di cui hanno bisogno, a meno di peccati personali, è di essere salvati dalla morte. Hanno bisogno dell’immortalità, della vita eterna. Cristo venne per redimere gli uomini dalla morte o in altre parole da quella perdita del diritto alla vita a cui furono sottoposti, e per rendere possibile la vita eterna a tutti, come è scritto: “ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità” (n.d.t. -2Tim:1:10 ). Ma questa vita eterna è un dono di Dio per mezzo di Gesù Cristo. Dall’età del Vangelo in avanti ci vien chiesto di credere al Signore Gesù Cristo come a colui che “venne dal cielo” per “dare la vita per il mondo”. Questa è la grande questione; poiché colui che riceve veramente il Cristo, riceve anche tutte le altre verità connesse alla sua venuta sulla terra, e manifesta tale fede con l’ubbidienza; così che la vera fede è riconosciuta dalla condotta e dalle parole, come se fosse un uomo vivo che si distingue da uno morto. Per un uomo asserire di avere fede in Cristo ma non camminare secondo tutti i conosciuti comandi di Dio, è tanto assurdo quanto dire che una persona ammalata ha fiducia nel suo medico sebbene ne rifiuti le cure e le indicazioni.”


“Cristo il datore di vita, la fede del vangelo” (sermone in appendice)
“Di certo non v’è mai stato un soggetto o un argomento che per sostenere i Cristiani nei loro argomenti abbia avuto così tanto bisogno del supporto dell’autorità apostolica, quanto quello su cui abbiamo meditato. “Combatti il buon combattimento della fede” disse Paolo a Timoteo, “afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato”. E aggiunse “Ti supplico alla presenza di Dio… di conservare questo comandamento senza macchia ed irreprensibile, fino all'apparizione del Signor nostro Gesù Cristo”. (1 Tim. 6:12-14).
Può un argomento di tale importanza, essere esagerato oltre l’appropriato significato? Credo di no. Continuiamo quindi a “combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi.”
Siano ammoniti coloro che pretendono che l’uomo abbia l’immortalità o la vita senza fine per natura, che essi non sono in tale corso, cioè non stanno combattendo strenuamente per la fede trasmessa una volta per sempre ai santi, ma per una favola imposta loro dalla tradizione e dalla corruzione delle parole di Dio.
Possano presto i loro occhi essere aperti per vedere la verità, ed essere capaci a difenderla.”
principessac
00sabato 3 dicembre 2011 13:39
chi era GEORGE STORRS ? [SM=g8933]
roberto.testimonidigeova
00sabato 3 dicembre 2011 22:10
Re:
principessac, 03/12/2011 13.39:

chi era GEORGE STORRS ? [SM=g8933]



Ciao Principessac, ti riporto una citazione:
"In un treno diretto a New York un uomo trovò per terra un opuscoletto intitolato ‘L’anima umana è mortale’. Incuriosito, questo ministro metodista cominciò a leggerlo. Rimase sorpreso perché non aveva mai avuto dubbi sulla dottrina dell’immortalità dell’anima. Anche se non sapeva chi avesse scritto l’opuscolo, trovò che le argomentazioni erano plausibili e scritturali e che meritavano un attento studio.
Il ministro era George Storrs. Questo avveniva nel 1837, l’anno in cui Charles Darwin annotò per la prima volta sul suo taccuino alcuni concetti da cui poi sviluppò la teoria dell’evoluzione. Il mondo era ancora religioso e quasi tutti credevano in Dio. Molti leggevano la Bibbia e ne rispettavano l’autorità. Storrs scoprì che l’opuscolo era stato scritto da Henry Grew di Filadelfia (Pennsylvania, USA).
Stimolato dallo scritto di Grew, Storrs esaminò a fondo quello che le Scritture dicevano dell’anima e ne parlò con alcuni ministri suoi colleghi. Dopo cinque anni di attento studio, Storrs decise di rendere di pubblico dominio ciò che aveva scoperto. Inizialmente preparò un sermone da pronunciare una domenica del 1842. Ma sentì la necessità di pronunciarne altri per approfondire l’argomento. Complessivamente furono sei i sermoni sulla mortalità dell’anima umana, che pubblicò con il titolo “I SEI SERMONI” che nei successivi 40 anni arrivò ad ottenere una tiratura di ben 200.000 copie negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna.
Tra coloro che dopo il 1870 si unirono a George Storrs c’era un giovane, Charles Taze Russell, che stava organizzando un gruppo di studio biblico a Pittsburgh, in Pennsylvania. Uno dei suoi primi articoli su temi scritturali fu pubblicato nel 1876 sulla rivista Bible Examiner, edita da Storrs. Russell riconobbe che precedenti studiosi della Bibbia avevano esercitato una certa influenza su di lui. In seguito, come editore della Zion’s Watch Tower, riconobbe che Storrs gli era stato di grande aiuto, sia a voce che per iscritto.
Più volte negli scorsi 20 anni La Torre Di Guardia si è riferita a George Storrs come a uno dei precursori dei testimoni di Geova insieme a Henry Grew, Joseph Priestley, William Whiston, Isaac Newton e John Milton."


Nel Watchtower Library digitando "George Storrs" troverai diversi articoli sulle nostre pubblicazioni che parlano di lui. Anche il Dvd del 2010 sulla storia dei testimoni di Geova ne parla.
CIAO
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:23.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com