printprintFacebook
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

TRADUZIONI BIBLICHE CATTOLICHE E PROTESTANTI - Analisi e confronto

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2011 22:48
Autore
Stampa | Notifica email    
14/06/2011 23:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 857
Sesso: Maschile
Prefazione di Francesco Arduini 1


Nel gennaio del 2003, in occasione di una conferenza sulla storia dei Bibelforscher e della loro persecuzione durante il periodo nazista, tenutasi nel Castello Sforzesco di Milano, ho avuto il piacere di conoscere Felice Buon Spirito. Ho più volte apprezzato la passione con la quale ha scritto i suoi precedenti libri. E questa sua ultima fatica non è da meno.

Il tema che l'amico Buon Spirito affronta in quest'opera non è senz'altro tra i più ecumenici. Egli si cimenta con diverse traduzioni bibliche allo scopo di evidenziare le presunte connotazioni teologiche di alcuni versetti, connotazioni ritenute caratteristiche di specifiche correnti religiose.

Si tratta di un'opera che è evidentemente da classificarsi nel campo apologetico, con lo stile e il tono che sono propri a questo genere letterario, e che ritengo decisamente utile perché porta all'attenzione dei lettori certi problemi dei quali, a mio avviso, non si parla mai a sufficienza.

Ogni manuale di Metodologia Biblica ha almeno un capitolo dedicato al problema della traduzione. Il lettore moderno che deve dipendere da una traduzione biblica, si pone a cinque livelli di separazione dagli autori delle Sacre Scritture, ovvero: gli autori, gli autografi originali, le copie in greco, le edizioni del testo greco, la traduzione. Chi è in grado di leggere in greco le edizione critiche può ridurre la distanza di almeno un livello. Il che è già molto, ma non elimina il problema; è necessario esserne pienamente consapevoli.
Buon Spirito ci conferma ciò che è ampiamente risaputo fra gli ad-detti ai lavori: il concetto di traduzione, nel senso tecnico di tra-durre, riflette sempre e immancabilmente l'ideologia e la cultura del traduttore e del suo ambiente. La traduzione è la testimonianza di una determinata compren-sione del testo biblico. Il traduttore non può mai essere estraneo al lavoro che sta compiendo, ecco perché possiamo ben dire che ogni traduzione è un'interpretazione; per dirla con una proverbiale locuzione: "tradurre è sempre un po' tradire". Ogni traduzione è un problema.

A mio parere, la pluralità delle letture è da riconoscere come un va-lore e da considerarsi un bene ed una ricchezza. Il fatto che un medesimo versetto venga reso in maniera diversa da due o più Bibbie, non costituisce di per sé un deliberato tentativo di manomissione del testo da parte del traduttore. Ciò può dipendere da diversi fattori, tutti legittimi, primo fra i quali la scelta di seguire la cosiddetta equivalenza formale, cioè una traduzione maggiormente orientata verso la forma linguistica dell'originale e che cerca di imitarla nella successione dei vocaboli, nella sintassi, e per quanto è possibile anche nella fonologia, oppure dalla scelta di seguire un'equivalenza funzionale, o dinamica, attraverso la quale il traduttore presta prevalentemente attenzione agli effetti pragmatici che un'espressione linguistica nella lingua di partenza intende produrre, e si sforza anzitutto di ottenere tali effetti con l'aiuto della lingua di arrivo.

È chiaro però che vi sono dei limiti che il traduttore deve rispettare. Superare questi limiti comporta l'intenzione di confondere deliberatamente il lettore. Ed è dinanzi ad una simile possibilità, che il nostro autore si fa sentire con la forza della sua appassionata ricerca.

Nessuno può negare la volontà degli scrittori biblici di far compren-dere ai loro lettori ciò che scrivevano. Essi erano "costretti" a usare parole familiari e a usarle in modi che fossero riconoscibili ai loro lettori. Non è metodologicamente plausibile supporre che volessero superare i limiti della comprensibilità ordinaria mantenendo l'intelligibilità dei loro messaggi.

A quanto pare, alcuni moderni biblisti hanno qualche difficoltà ad af-ferrare questo concetto. Troppi versetti vengono tradotti in modo da offrire ai lettori delle anacronistiche "coloriture" teologiche.

Felice Buon Spirito non manca di esaminare tutti quei passi biblici che, essendo resi in modo difforme dalle varie traduzioni, a suo dire potrebbero nascondere un certo pregiudizio teologico.

Si può essere d'accordo o meno con le spiegazioni offerte dall'auto-re, o si potrebbe condividerne alcune e respingerne altre, ma è innegabile che quest'opera ha il pregio di portare il problema all'attenzione del pubblico non specialistico e di offrire una comparazione fra le scelte traduttive che aiuterà il lettore a cogliere in certi versetti alcune "sfumature" di significato sulle quali, forse, non aveva mai posto prima sufficiente attenzione.


Dr. Francesco Arduini



1 Francesco Arduini, si è laureato in Scienze Bibliche ad indirizzo storico con una tesi sul cristianesimo antico. Associato alla British Association for the Study of Religions, è autore di alcuni articoli di storia delle religioni e del recente saggio intitolato Il Battesimo dei bambini: un'ipotesi sulle origini, Aracne editrice.
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:45. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com