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TRADUZIONI BIBLICHE CATTOLICHE E PROTESTANTI - Analisi e confronto

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2011 22:48
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06/06/2011 18:26
 
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INDICE

Prefazione di Francesco Arduini 7

Recensione di Umberto Polizzi 9

Presentazione e ringraziamenti 11

Introduzione 13

Le Bibbie cattoliche e protestanti: Traduzioni fedeli? 17

Breve esposizione di altri passi 93

Le revisioni 137

Traduzioni in altre lingue 175

Le traduzioni interlineari 189

La Diodati (DI) e la Luzzi (LU) 217

La CEI 2008 251

I deuterocanonici o apocrifi 275

Curiosità 281

Conclusione 293

Traduzioni della Bibbia che sono state consultate 297

Sigle e abbreviazioni di traduzioni di parti della Bibbia, dei Vangeli, del Nuovo Testamento, di Interlineari ed altro materiale. 305

Bibliografia 309

Versetti fondamentali trattati 311
14/06/2011 23:15
 
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Prefazione di Francesco Arduini 1


Nel gennaio del 2003, in occasione di una conferenza sulla storia dei Bibelforscher e della loro persecuzione durante il periodo nazista, tenutasi nel Castello Sforzesco di Milano, ho avuto il piacere di conoscere Felice Buon Spirito. Ho più volte apprezzato la passione con la quale ha scritto i suoi precedenti libri. E questa sua ultima fatica non è da meno.

Il tema che l'amico Buon Spirito affronta in quest'opera non è senz'altro tra i più ecumenici. Egli si cimenta con diverse traduzioni bibliche allo scopo di evidenziare le presunte connotazioni teologiche di alcuni versetti, connotazioni ritenute caratteristiche di specifiche correnti religiose.

Si tratta di un'opera che è evidentemente da classificarsi nel campo apologetico, con lo stile e il tono che sono propri a questo genere letterario, e che ritengo decisamente utile perché porta all'attenzione dei lettori certi problemi dei quali, a mio avviso, non si parla mai a sufficienza.

Ogni manuale di Metodologia Biblica ha almeno un capitolo dedicato al problema della traduzione. Il lettore moderno che deve dipendere da una traduzione biblica, si pone a cinque livelli di separazione dagli autori delle Sacre Scritture, ovvero: gli autori, gli autografi originali, le copie in greco, le edizioni del testo greco, la traduzione. Chi è in grado di leggere in greco le edizione critiche può ridurre la distanza di almeno un livello. Il che è già molto, ma non elimina il problema; è necessario esserne pienamente consapevoli.
Buon Spirito ci conferma ciò che è ampiamente risaputo fra gli ad-detti ai lavori: il concetto di traduzione, nel senso tecnico di tra-durre, riflette sempre e immancabilmente l'ideologia e la cultura del traduttore e del suo ambiente. La traduzione è la testimonianza di una determinata compren-sione del testo biblico. Il traduttore non può mai essere estraneo al lavoro che sta compiendo, ecco perché possiamo ben dire che ogni traduzione è un'interpretazione; per dirla con una proverbiale locuzione: "tradurre è sempre un po' tradire". Ogni traduzione è un problema.

A mio parere, la pluralità delle letture è da riconoscere come un va-lore e da considerarsi un bene ed una ricchezza. Il fatto che un medesimo versetto venga reso in maniera diversa da due o più Bibbie, non costituisce di per sé un deliberato tentativo di manomissione del testo da parte del traduttore. Ciò può dipendere da diversi fattori, tutti legittimi, primo fra i quali la scelta di seguire la cosiddetta equivalenza formale, cioè una traduzione maggiormente orientata verso la forma linguistica dell'originale e che cerca di imitarla nella successione dei vocaboli, nella sintassi, e per quanto è possibile anche nella fonologia, oppure dalla scelta di seguire un'equivalenza funzionale, o dinamica, attraverso la quale il traduttore presta prevalentemente attenzione agli effetti pragmatici che un'espressione linguistica nella lingua di partenza intende produrre, e si sforza anzitutto di ottenere tali effetti con l'aiuto della lingua di arrivo.

È chiaro però che vi sono dei limiti che il traduttore deve rispettare. Superare questi limiti comporta l'intenzione di confondere deliberatamente il lettore. Ed è dinanzi ad una simile possibilità, che il nostro autore si fa sentire con la forza della sua appassionata ricerca.

Nessuno può negare la volontà degli scrittori biblici di far compren-dere ai loro lettori ciò che scrivevano. Essi erano "costretti" a usare parole familiari e a usarle in modi che fossero riconoscibili ai loro lettori. Non è metodologicamente plausibile supporre che volessero superare i limiti della comprensibilità ordinaria mantenendo l'intelligibilità dei loro messaggi.

A quanto pare, alcuni moderni biblisti hanno qualche difficoltà ad af-ferrare questo concetto. Troppi versetti vengono tradotti in modo da offrire ai lettori delle anacronistiche "coloriture" teologiche.

Felice Buon Spirito non manca di esaminare tutti quei passi biblici che, essendo resi in modo difforme dalle varie traduzioni, a suo dire potrebbero nascondere un certo pregiudizio teologico.

Si può essere d'accordo o meno con le spiegazioni offerte dall'auto-re, o si potrebbe condividerne alcune e respingerne altre, ma è innegabile che quest'opera ha il pregio di portare il problema all'attenzione del pubblico non specialistico e di offrire una comparazione fra le scelte traduttive che aiuterà il lettore a cogliere in certi versetti alcune "sfumature" di significato sulle quali, forse, non aveva mai posto prima sufficiente attenzione.


Dr. Francesco Arduini



1 Francesco Arduini, si è laureato in Scienze Bibliche ad indirizzo storico con una tesi sul cristianesimo antico. Associato alla British Association for the Study of Religions, è autore di alcuni articoli di storia delle religioni e del recente saggio intitolato Il Battesimo dei bambini: un'ipotesi sulle origini, Aracne editrice.
14/06/2011 23:19
 
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Recensione di Umberto Polizzi



Recensione sulle positive riflessioni del tema: "Le Bibbie cattoliche e protestanti: Traduzioni fedeli?"

CAUSA E EFFETTI DELLA TEOLOGIA GLOBALIZZATA (… e nello stesso tempo distorta)

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L'uomo, nella sua immensa superbia, proporzionale soltanto alla sua pochezza, respinge il Dio che si offre nella rivelazione per crearsi altri dei, il più possibile simili a lui e il meno possibile simili a Dio. Rifiuta il Dio del Vangelo o lo sottopone a mille e distorte interpretazioni con aggiunte o sottrazioni tendenziose e nella pretesa di farlo a misura d'uomo, lo disumanizza: Dio ora viene abbassato a servo dell'uomo con il volgarizzare la sua 'Parola' fino a soddisfare i suoi più o meno confessabili desideri: 'il Dio tappabuchi' (Vedi Matteo 23 in cui vi sono atti di accusa formulati dal Cristo contro gli scribi e i farisei), mentre nel contesto della fittizia globalizzazione, da alcuni gruppi estremisti della cristianità viene invece considerato il padrone, al quale l'uomo deve tutto sacrificare, la vita e la dignità comprese. Eppure, la rivelazione è chiara: Dio è Padre, non servo né padrone e instaura con l'uomo un rapporto d'amore, non di terrore né di servilismo.

Alcuni dicono: "Dio è morto", cioè non si interessa delle attività degli uomini ed è indifferente, non avendo l'intenzione di far valere la sua autorità. Questo non è mai vero! La sorprendente cura (anche nei minimi particolari) che Dio ha manifestata nella formazione dell'universo mostra che si interessa delle sue creazioni e in particolare dell'uomo 'fatto a sua immagine'. L'autore, Buon Spirito, pone in risalto un ulteriore e primario interesse del Dio che non è 'morto' ma che ha cura e sottolinea il Suo interesse per il genere umano, tracciando leggi che sono per l'edificazione fisica e spirituale delle Sue creature.

Quando fu sulla terra il Cristo, insegnò che i credenti avrebbero do-vuto pregare Dio: "Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra". (Matteo 6:10) Egli esortò le persone ad attendere un tempo in cui Dio avrebbe esercitato indiscussa autorità sulla terra. Dio stesso parlò ad alcuni che dubitavano del suo interesse per loro e ne mettevano in dubbio l'"esistenza". Con le parole e con le azioni mostrò loro chiaramente che "Geova vive in verità, diritto e giustizia!" (Geremia 4:2)

Or dunque, attende Dio che gli uomini abbandonino la norma umana e gli chiedano d'essere il loro unico sovrano? No! Le nazioni, con i loro attuali scribi e farisei, (cristianità apostata) non cederanno mai a Dio la loro sovranità. La Bibbia profeticamente dice: "Perché sono state in tumulto le nazioni e gli stessi gruppi nazionali borbottavano una cosa vuota? I re della terra si presentano e gli stessi alti funzionari si sono ammassati insieme come un sol uomo contro Geova e contro il suo unto [o Cristo], dicendo: 'Strappiamo i loro legami e gettiamo via da noi le loro funi' [tutte le esigenze e le restrizioni che la norma che in definitiva diviene 'etica spirituale' di Dio avrebbe recato]!" (Salmo 2:1-3)

Ma l'uomo, aggiogato al disinteresse dovuto in primo luogo alla 'Tradizione orale' degli scribi e farisei apostrafati dal Cristo come apostati e 'sepolcri imbiancati', quindi privi di vita spirituale e pieni di demonismo, per cui non si sono mai fatti carico di evidenziare la vera personalità di Colui che li ha creati rappresentando l'Iddio dell'amore, sempre in maniera sottile, impercettibile per i molti disattenti e amorfi, ma penetrante e coinvolgente per gli amanti del "VERO", per cui il clericalismo remoto e attuale si avvale delle antiche tradizioni orali dove Geova Dio spesso viene rappresentato come un Dio capace di rancore e di odio nell'intimità delle amare riflessioni dei disinformati, come un gendarme con in pugno la spada; il gendarme dell'umanità, come il "principio dell'autorità" che limita la nostra libertà. Ma Dio non viene incontro all'uomo come un padrone per chiedergli di sacrifi-cargli la sua libertà, né gli viene incontro come un servo, per tappare i suoi buchi; ma gli viene incontro come un Padre. La storia è teandrica, cioè divina e umana al tempo stesso. Dio agisce in cooperazione con l'uomo, senza soffocarne la personalità, e lo educa al suo 'Libero Arbitrio' conferendogli, così, "Dignità"! L'assenza metafisica di Dio precipiterebbe l'uomo nel nulla: l'assenza morale di Dio lo precipiterebbe in una disperata solitudine perché non può vivere lontano dagli insegnamenti non adulterati di Dio senza perdere la sua identità umana.

I TdG si associano all'Autore con il declamare l'amore di DIO, non trascurando la Sua amorevole cura che traspare dalle Scritture ispirate pur sottolineando l'audace e perfida epitomia così come in 1 Giovanni 4:1 dove leggo: "Diletti, non credete ad ogni espressione ispirata, ma provate le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti nel mondo".
Il nostro capace e ben preparato autore Felice Buon Spirito, in que-sto suo nuovo trattato, ha dato risalto esaustivo a quanto profetizzato dall'Apostolo Giovanni in quella sua prima lettera sopra citata.


Umberto Polizzi

14/06/2011 23:21
 
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Presentazione


Quando incominciai a scrivere il mio primo libro dal titolo "La Bibbia dei Testimoni di Geova – Manipolata o Tradotta fedelmente?" non avrei mai pensato di scriverne un altro. Come si sa, nella vita a volte succedono cose impensate.

Questo libro è nato da un'esigenza particolare: l'eccessiva mole di informazioni contenuta nel primo libro che senza questa parte avrebbe avuto oltre 800 pagine. Aggiungere anche queste lo avrebbe fatto diventare troppo grande, pesante e costoso. Inoltre, sarebbe stato poco pratico e maneggevole. Da qui è nata l'idea di farne un libro a parte.

Questo ha comportato comunque dei cambiamenti rispetto all'originale. Ho dovuto arricchire i passi considerati, aprire nuovi capitoli e riscrivere molte parti.
Rendo così disponibile a tutti questa mia nuova, seppur vecchia ri-cerca, con la speranza che possa essere gradita ed apprezzata dal pubblico in generale.



Felice Buon Spirito
14/06/2011 23:23
 
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Introduzione



Una delle accuse spesso rivolte dai cattolici e dai protestanti ai Testimoni di Geova (TdG), è quella di avere falsificato la Bibbia per poter sostenere le loro dottrine. Chiunque faccia un'accusa di questo genere deve prima essere sicuro di avere piena libertà di parola, quindi essere esente da tale accusa. Questo è ciò che non hanno fatto i cattolici e i protestanti. Perché dico questo? Per il semplice motivo che se esaminiamo le loro traduzioni della Bibbia troviamo molti versetti biblici che sono stati aggiustati, per non dire modificati, manipolati o distorti, col fine di conformarli alle loro credenze. L'esame delle diverse Bibbie cattoliche e protestanti che porterò all'attenzione dei lettori, renderà evidente la presenza di molti versetti che sono stati adattati, manipolati o falsificati - volendo usare le parole che costoro di solito usano nei confronti della TNM - per conformarli alle credenze dei traduttori.

Per fare un esempio immediato prendiamo Genesi 19:24. La scelta adottata in questo passo da alcuni traduttori cattolici e protestanti se fosse stata fatta nella TNM sarebbe stata oggetto di aspre critiche. Al contrario, tale traduzione poco aderente alla lingua originale, viene considerata del tutto legittima nelle versioni cattoliche o protestanti.

Un classico esempio di differenza tra le traduzioni cattoliche e protestanti lo troviamo proprio in quelle traduzioni che sono destinate all'uso comune. Un passo famoso, è quello di Luca 1:28. Riguardo a ciò, Carlo Buzzetti dice: "Di conseguenza, per qualche secolo la presenza o l'assenza delle parole "piena di grazia" nella traduzione di Luca 1,28 è diventata un simbolo, come una bandiera; la sua verifica ha fornito il sintomo quasi infallibile per stabilire se una traduzione è di origine cattolica o protestante. Un esempio esplicito di tale situazione si trova nell'edizione della traduzione in lingua ingle-se detta Revised Standard Version (RSV). Per vari decenni a partire dal 1952 (ma il Nuovo Testamento è apparso già nel 1946) quella traduzione e stata la più autorevole e la più diffusa traduzione della Bibbia nel mondo delle comunità e delle scuole di lingua inglese. È stata preparata da protestanti. Nel 1965 anche molti cattolici presenti in quell'area linguistica vogliono adottarla; allora si prepara e poi si pubblica una Catholic Edition la quale presenta due differenze principali: nell'Antico Testamento sono inseriti i libri Deuterocanonici; per il Nuovo Testamento circa cinquanta passi sono tradotti un po' diversamente e in un'appendice se ne dà la lista (List of Changes in the Revised Standard Version for the Catholic Edition); il passo Luca 1,28 si trova in quella lista!". (Traduzione e tradizione. La via dell'uso-confronto (oltre il biblico "traduttore traditore") 2001 Carlo Buzzetti; pag. 142)

Ai versetti analizzati in questo libro ne potrei aggiungere molti altri. Ma mi limito a riportare solo quelli più significativi.
All'elenco dei passi qui riportati, potrei aggiungere anche altri passi che riguardano la TNM, che quindi potrebbero avere un rovescio della medaglia, tra cui ad esempio Matteo 16:19; 26:26; Marco 6:3; Luca 1:28; 17:21; 23:43; Giovanni 1:1; 8:58; 10:17, 18; 14:14; Atti 5:42; 20:28; Romani 9:5; Colossesi 1:15; 1:16 Ebrei 1:6; 1:8; 2 Pietro 1:1; 3:10 e Rivelazione 3:14. Infatti, la dimostrazione della legittimità della scelta adottata dai traduttori della TNM in questi passi, potrebbe allo stesso tempo essere utilizzata come dimostrazione dell'erroneità delle scelte adottate dai traduttori cattolici e protestanti. In pratica le accuse dei critici della TNM possono ritorcersi nei loro confronti come un boomerang.



Felice Buon Spirito

23/06/2011 23:05
 
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CONCLUSIONE

Nell'introduzione a questo libro ho messo in risalto come cattolici e protestanti hanno accusato i TdG di avere manipolato la Bibbia per sostenere le loro dottrine. Comunque c'è da dire che anche gli stessi cattolici e protestanti si sono accusati a vicenda per lo stesso motivo.
Nel passato, ad esempio, "Il Brucioli si scontra con l'Inquisizione ecclesiastica e lo stesso suo lavoro è condannato". (La Bibbia e l'Italia a cura di Giuseppe Platone (2004) Claudiana Editrice; pag. 18)
Non da meno è il fatto che "le traduzioni in lingua volgare, che molto spesso sono non cattoliche, abitualmente sono elencate tra i libri proibiti…quei cattolici italiani che purtroppo leggono solo in italiano, che possono fare? In genere, per un paio di secoli essi non hanno un contatto diretto con il testo della Bibbia. Per almeno due secoli dopo il Concilio di Trento, per i cristiani cattolici, il contatto diretto con la Bibbia in lingua italiana di fatto diventa più arduo di prima e, per tanti motivi, tra i quali vi sono eccessivi timori ed esasperate prudenze, è persino proibito". (La Bibbia e l'Italia a cura di Giuseppe Platone (2004) Claudiana Editrice; pag. 19) Infatti, è risaputo che "la Chiesa cattolica giunse al punto di proibire la traduzione della Bibbia nelle lingue volgari, e addirittura a riservarne la lettura e il possesso solo al clero o a persone espressamente autorizzate. Sembra incredibile per la mentalità moderna, ma la Bibbia fu per secoli considerata dai cattolici un libro "pericoloso", addirittura fu sequestrata, bruciata e messa all'indice dei volumi proibiti!". (Come cambia la Bibbia (2004) R. Beretta e A. Pitta - EDIZIONI PIEMME; pagg. 28, 29) "In effetti, dopo la parentesi degli anni '60, il divieto di pubblicare e possedere la Bibbia volgare si fece più rigido e non solo essa non venne più stampata in Italia, ma era comunemente sequestrata dagli Inquisitori: la Regula VII dell'Indice romano del 1590 proibisce non solo le Bibbie pubblicate da "eretici", ma anche le versioni parziali in lingua volgare, opera di autori cattolici "sine nova et speciali sedis apostolicae licentia". (LA TRADUZIONE DELLA BIBBIA nella Chiesa italiana. Il Nuovo Testamento a cura di Carlo Buzzetti e Carlo Ghidelli. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Ufficio Liturgico Nazionale. © EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 1988; pag. 34)
Se è vero che oggi cattolici e protestanti hanno trovato una specie di accordo nell'avere una Bibbia in comune, come ad esempio "La Bibbia Concordata" (CON) e la "Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente" (TILC), nel passato si sono invece avuti degli scontri.
Degno di nota è il fatto che non si riesce, ad esempio, a trovare un accordo sulla traduzione di Luca 1:28. Quando fu iniziata la traduzione della CEI, inizialmente i traduttori erano un'équipe formata da cattolici e protestanti, ma proprio quando si ritrovarono a tradurre il passo di Luca 1:28 le diverse posizioni si irrigidirono. Perché? Il motivo è che "certi cattolici avevano sostenuto che era assolutamente necessario ritrovare le parole "piena di grazia", mentre certi protestanti avevano sostenuto che era necessario evitarle.". (Traduzione e tradizione. La via dell'uso-confronto (oltre il biblico "traduttore traditore") 2001 Carlo Buzzetti; pag. 143. Vedi anche LA TRADUZIONE DELLA BIBBIA nella Chiesa italiana. Il Nuovo Testamento a cura di Carlo Buzzetti e Carlo Ghidelli. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Ufficio Liturgico Nazionale. © EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 1988; pag. 82)
Ad ogni modo, sembra che "un dialogo tra evangelici e liberali che pretenda di avere la Bibbia come terreno comune non è possibile. Per il semplice fatto che la Bibbia dei liberali è un'altra Bibbia". (L'altra Bibbia (2002) Marcello Cicchese; pag. 32) Se ci sono degli scontri tra gli evangelici stessi, i quali dicono di credere nelle stesse cose, ma così non è, pensate un po' cosa può succedere tra evangelici e cattolici.

08/07/2011 22:48
 
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POSTFAZIONE

Ho ricevuto proprio oggi il libro di Felice Buon Spirito “Traduzioni bibliche cattoliche e protestanti – Analisi e confronto”.

Con piacere ho letto la prefazione di Francesco Arduini, il quale con estrema chiarezza evidenzia il contenuto dell’opera. Normalmente il prefatore, intellettualmente molto vicino all’autore coglie le curiosità, gli aneddoti e le stranezze che hanno contribuito alla genesi del libro.

Altrettanto chiara e sintetica è la recensione di Umberto Polizzi che rimarca le grandi aspettative-delusioni dell’uomo. Polizzi si pone gli interrogativi degli umani e con abile destrezza fa rispondere l’autore del libro con analisi critica e confronto obiettivo.

Purtroppo non potendole fare io, la prefazione e la recensione del libro, non avevo nemmeno un semplice “canovaccio”, reminescenze teatrali e nessuna impronta su fogli ingialliti dal tempo, mi limito a scrivere qualcosa che definirei una sorta di postfazione avendo analizzato i punti principali dell’opera. Se come ha scritto il poeta e scrittore portoghese Fernando Pessoa , "L'unica prefazione di un libro è la mente di chi lo legge", e considerando che la recensione è un'operazione critica frutto di una lettura attenta, e dall’esperienza di un buon bagaglio culturale più o meno letterario, la postfazione è la coscienza critica di chi ha letto il libro avendone approfondito gli aspetti apologetici. Oltre a ciò, la postfazione mi dà la
possibilità e l'occasione per leggere subito anche questo libro che altrimenti avrei letto sotto un ombrellone nell’azzurro mare dei Ciclopi.

L’amico Felice più che realizzare un altro libro, ha completato quell’analisi molto documentata a cui ha dato il nome di “La Traduzione del Nuovo Mondo – Manipolata o tradotta Fedelmente?”. Come lui stesso scrive, se avesse incluso tutto il materiale di questa “seconda parte” alla sua ultima creatura, avrebbe realizzato un
volumone, grande, grosso e poco maneggevole di almeno 1150 pagine.

Il libro, chiamato anche manuale, sotto la lente ustoria esamina attentamente molti passi biblici facendone un confronto obiettivo e scevro da condizionamenti. L’analisi serena porta a scoprire le manipolazioni di alcuni versetti strettamente legati alla dottrina e allo stravolgimento conseguenziale di quel messaggio che gli agiografi volevano che i lettori capissero. Come ha scritto il saggio re Salomone, ”al fare molti libri non c’è fine”, ma non potremmo vivere senza libri. Il libro ci informa, ci dà vitalità, ci apre un mondo nuovo. E quando è necessario, in una bailamme di disinformazione, in un deserto intellettuale, il libro giusto deve essere fatto e Felice Buon Spirito, con abnegazione e impegno certosino l’ha fatto.

Non è l’autore di grande notorietà che sponsorizza un libro a determinarne il valore e neppure la casa editrice che sforna best seller. L’approfondimento critico, la descrizione del testo e la valutazione analitica, al di là delle soluzioni editoriali scelte, sono della massima importanza perché ci aiutano a conoscere l'autore e il suo lavoro. Naturalmente il contenuto del libro deve aiutarci ad un serio confronto con il resto della letteratura sull'argomento. Il libro di Felice Buon Spirito ha questo pregio.

Christian E. Maccarone
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